Quando mi sono accorta che trascorrevo gran parte dei pomeriggi in casa, a giocare con le mie due bimbe piccole, perlopiù sul tappeto della sala, tra un cartone animato ed un pantaloncino da stirare, ho pensato che forse il mio tempo e questo tipo di disponibilità potesse anche far comodo a qualcun’altro.
Avevo frequentato un corso di formazione sul tema dell’Affido e dell’Appoggio Familiare e lì avevo lasciato il mio nominativo sull’elenco delle persone che potevano e volevano essere contattate dall’Equipe Integrata.
Dopo qualche tempo, qualche telefonata, qualche breve incontro… la nostra avventura cominciò!!
Io nel frattempo avevo ripreso a lavorare, ma comunque avevo ancora la fortuna di avere tre pomeriggi a settimana liberi e da qualche altra parte c’era invece una mamma che, per problemi di turni e straordinari, aveva difficoltà a gestire il proprio figlio dall’uscita della scuola alla sera.
Ormai, ad un anno dall’inizio di questa Storia, non posso dire altro che sono soddisfatta, perché ancora va avanti, anzi pian piano si è rafforzata la relazione con il bimbo; le mie figlie, sono felici di giocare con lui, e lui aspetta impaziente i pomeriggi che sono previsti per stare insieme. Sono stata fortunata perché tutto è stato più facile del previsto, l’inserimento del bimbo a casa nostra è stato rapido e ben riuscito grazie alla naturale accoglienza che mostrano i bimbi nei confronti dei coetanei; ho avuto mio marito che più volte mi ha ricordato quale fosse il mio ruolo in tutta questa vicenda e quindi a non caricarmi troppo del peso dei problemi della famiglia d’origine, ma solo essere accogliente nei confronti del bimbo, nei limiti di tempo pattuititi con la madre ed i Servizi.
A questo proposito vorrei anche ricordare come siano stati fondamentali i colloqui che ho potuto tenere con l’assistente sociale di riferimento del minore, e il continuo confronto con l’Equipe Integrata e tutto il gruppo di persone e famiglie Affidatarie e d’Appoggio con cui ci incontriamo regolarmente per scambiarci idee, paure, sogni e difficoltà. Il non sentirsi soli ed in balia dei problemi è fondamentale per “lavorare” bene e vivere felici.
Claudia
Una affidataria d’appoggio