L'affido per un sorriso

Fin dalla adolescenza l’idea di una famiglia ampia, aperta, accogliente mi ha sembra affascinato e quando alcuni anni fa (forse venticinque…) sentii parlare d’affido in una trasmissione televisiva, pensai subito”Questo mi piace”. Ma poi il tempo è passato, ci sono state altre esperienze, finchè nel 2004, con mio marito e con nostra figlia non più piccolissima (aveva 4 anni), abbiamo deciso che potevamo provare… e che forse nella nostra casa c’era posto anche per qualcun altro.

Da lì è iniziata la nostra avventura e dopo un corso di preparazione e un percorso di valutazione, ci siamo messi in attesa (per la verità senza pensarci troppo, presi come tutti dalle mille occupazioni quotidiane).
Dopo circa un anno e mezzo, il 4 dicembre 2006 sono entrate nella nostra casa due stupende gemelline di appena un mese, che all’inizio mangiavano sette volte al giorno e non sempre agli stessi orari.
La nostra vita è stata, nel giro di poco tempo, messa sotto sopra: tutti i nostri ritmi sono cambiati, ma tutto è avvenuto in modo naturale e spontaneo, abbiamo scoperto in noi capacità nuove, sperimentato relazioni diverse, conosciuto altre persone. Con le due bambine sono entrate nella nostra esistenza una lunga serie di altre persone, dalla loro famiglia di origine, agli assistenti sociali ed agli psicologi ad altre famiglie che stavano vivendo o avevano vissuto l’affido.

E la nostra gioia ha coinvolto amici, parenti, vicini e colleghi: chi ci ha portato una carrozzina, chi una copertina, chi vestiti dei figli ormai cresciuti e messi da parte per chissà chi.
Anche nostra figlia (8 anni) ha vissuto la nuova realtà da subito con entusiasmo e, pur avendo dovuto fare i conti con sentimenti per lei fino ad allora sconosciuti, come la gelosia, sperimenta anche momenti di gioco indimenticabili, gioisce nel vederle crescere, impara ad essere più autonoma, a fare cose da grandi (come cucinare, fare la spesa), a non poter essere sempre la prima.

Gli scettici e i perplessi non sono mancati, ma sono stati una minoranza e d’altro canto li si può pure comprendere: l’affido è anche rischio non del tutto cosciente…..
Durante tutto questo periodo le bambine hanno trascorso regolarmente del tempo con i loro genitori, mediamente una giornata ogni tre settimane.
Nel progetto di affido infatti sono stati previsti tali momenti con l’obiettivo di creare un legame tra le bambine, i loro genitori e le altre sorelline. D’altra parte, lo riconosciamo con piacere, essi sono stati e sono molto importanti anche per noi genitori e nostra figlia, in modo da poter stare un po’ da soli, tra di noi; non è solo per riposarci (e in tante occasioni ne abbiamo davvero bisogno), ma per riconoscerci un po’ come famiglia.

A distanza di un anno e mezzo, possiamo affermare che l’affido ha presentato quasi esclusivamente elementi positivi e a ciò ha contribuito, senza dubbio, i buoni rapporti sia con i genitori, che con i servizi sociali che seguono con attenzione la situazione. Grazie infatti alla loro azione di supporto e agli incontri individuali e di gruppo da essi organizzati, non ci siamo mai sentiti soli, e ciò ci ha consentito di affrontare la situazione con serenità, senza la paura (non immotivata) di essere impreparati.
E non possiamo non ricordare, infine, la giovane coppia che ha accolto in casa una sorella delle bambine che vivono con noi: li sentiamo parenti un po’ speciali.

Quando la gente ci chiede della nostra esperienza di affido, le domande che ci vengono rivolte quasi sempre concernono il dopo; spesso ci dicono: “E dopo, come farete?”, oppure: “E quando ve le tolgono?”; “Io non lo potrei mai fare, perché mi affezionerei troppo…..” .
Innanzitutto non ci saranno tolte, ma esse torneranno nella loro famiglia; l’affido deve essere temporaneo; non è l’adozione che ha ben altre motivazioni e finalità. Dobbiamo però riconoscere che il legame affettivo c’è e ci deve essere, e che il distacco non potrà essere indolore, ma, a ben pensarci, la separazione, ed anche la sofferenza, fanno parte della nostra vita in infiniti aspetti (dal matrimonio stesso, alle infinite partenze dei nostri figli che a volte si vorrebbe che restassero sempre con noi)
Per ora, senza dubbio, la soddisfazione nel veder crescere le bambine serene e vivaci, la gioia e i sorrisi con cui ricambiano (e pretendono) il nostro affetto ci ripagano abbondantemente di tutto.

 

Famiglia affidataria
 



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